Danno non patrimoniale al lavoratore oggetto di scherno da parte del legale rappresentante della società
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 4815 pubblicata il 19 febbraio 2019, ha condannato al risarcimento di danni morali il legale rappresentante della società che, ripetutamente, ha apostrofato il dirigente con epiteti volti a colpire la presunta omosessualità dello stesso.I giudici non hanno creduto al clima scherzoso e cameratesco sostenuto nelle difese del titolare dell'azienda, ritenendo che le condotte vessatorie, poiché ripetute in presenza di colleghi e in circostanze in cui il lavoratore non poteva reagire, avessero violato la dignità del soggetto e arrecato grave pregiudizio all'onore e alla reputazione.